Siamo tutti diversi. Per questo ci piace fare team

Comunicare e comprendere.
La forza di ogni team risiede nella capacità dei suoi elementi di entrare efficacemente in relazione, di accedere alla mappa mentale degli altri per arricchirla di contenuti e aprire la propria a nuove informazioni e conoscenze: solo così si moltiplicano le possibilità d’innovazione e sviluppo di idee, senza semplificazioni o troppe censure. Ognuno ha il suo modo di elaborare le informazioni e un’attitudine naturale a condurre pensiero ed azione.

Se è auspicabile che ognuno di noi, in ambito di crescita personale, cerchi di migliorare negli ambiti in cui si sente debole e di equilibrare al meglio le sue capacità, è anche vero che nella costruzione dei team è bello avere delle differenze che rendono dinamico il lavoro di gruppo e rispettano la specifica competenza del singolo, in una precisione di ruolo che valorizza l’intelligenza collettiva. In Esaote facciamo spesso riferimento alla musica e l’orchestra è la metafora più semplice per visualizzare quanto ogni figura abbia uguale importanza nel restituire la performance.

Una prima grande sfida nella comunicazione è tra chi utilizza in maniera predominante l’emisfero sinistro del cervello e chi utilizza di più quello destro: potrebbe succedere che i primi (definiti bright) vedano come “svampiti” o troppo astratti i secondi (definiti smart), e a loro volta essere giudicati di mentalità ristretta o con una comprensione letterale.

Come i migliori risultati in noi stessi li otteniamo integrando le qualità collegate ai due emisferi, così in un team far dialogare la lucidità di pensiero di alcuni con la creatività di altri, il realismo con l’immaginazione, porta a soluzioni inedite ma adatte al mercato; e questo passa per il rispetto e valorizzazione reciproca di queste diversità. Le persone si distinguono anche per altre caratteristiche: focalizzazione, stili di comunicazione, modi di organizzare il lavoro o processi decisionali. Ray Dalio ha schematizzato queste differenze in quattro gruppi di attitudini.

Introversione e estroversione

Se in una persona predomina il primo aspetto, tenderà a focalizzarsi sul mondo interiore raccogliendo energia dal ricordo delle proprie esperienze e dalle proprie idee. Tutta questa energia diretta al proprio interno rende più faticoso discutere, mentre chi tende ad essere estroverso ama il confronto, proprio perché prende energie da questo e dalla vicinanza con le persone. Anche il processo di pensiero è diverso: l’introverso preferisce condividere solo dopo che ha portato a termine le sue riflessioni e il processo creativo dell’idea, mentre chi è estroverso vede moltiplicare i suoi insight proprio attraverso la dialettica e le scintille che nascono dal mettere alla prova le proprie visioni con posizioni anche opposte.

Intuizione e sensibilità

Esistono persone che hanno più facilità a concentrarsi sul contesto, quando per altri è invece impossibile non notare i dettagli. Ray Dalio porta l’esempio della lettura: chi si focalizza sui dettagli e si lascia distrarre da refusi ed errori di ortografia, ha alta sensibilità, mentre un intuitivo non si accorgerà di quelle sbavature perché sarà concentrato in prima battuta sul contesto e dunque sul significato complessivo. In un team servono sia persone adatte alle rifiniture (ad esempio in fase di controllo di qualità o redazione di documenti legali) sia chi riesce a leggere la complessità e ne sa creare delle sintesi.
Ragione (analizza i fatti) e sentimento (cercano l’armonia tra le persone)
Chi ha predisposizione a un pensiero razionale prende decisioni analizzando i fatti noti e dimostrabili secondo una logica lineare. Chi è più in contatto con il lato emotivo cerca un’armonizzazione delle parti, quindi punta a far emergere l’armonia fra persone o elementi su cui ha responsabilità di decisione. Secondo Dalio da un medico pretenderemo un’analisi oggettiva dei dati e degli aspetti misurabili e quantitativi per la diagnosi, mentre desideriamo qualcuno più empatico e orientato alla cura delle relazioni nel Customer Care o nell’’HR. In realtà è bene non creare la gabbia delle funzioni o dei ruoli: sia nella cura dei dati sia in quella delle persone servono entrambi gli approcci. Anche i dati, ad esempio, vanno messi in relazione e la realizzazione delle persone parte anche da una buona gestione dei numeri. Per non parlare dell’importanza dell’empatia e delle capacità narrative sui dati per i medici.

Pianificare e percepire

Alcune persone hanno bisogno di attenersi a un piano e contesti ordinati da regole, mentre altri sono flessibili nell’adattarsi alle dinamiche che li circondano. I percettivi vedono accadere le cose e cercano a ritroso la causa, i pianificatori, al contrario, lavorano dall’interno all’esterno, decidendo gli obiettivi e stabilendo i comportamenti per raggiungerli. I primi lasciano aperte molte più possibilità, con il vantaggio dell’elasticità e il rischio della confusione. Il rischio dei pianificatori è rimanere in schemi collaudati e usare la frase “si è sempre fatto così”. Se i percettivi sono accusati dai pianificatori di essere incoerenti, perché cambiano spesso direzione perché acquisiscono nuovi stimoli, i pianificatori rischiano di essere interpretati come rigidi e lenti nell’adattamento. Un'altra classificazione proposta da Ray Dalio che può essere spunto per osservare se stessi e gli altri e migliorare la composizione dei team nel rispetto delle qualità portate da ognuno, sono quelle individuate dal Team Dimension Profile Bridgewater.

Creatori/creatrici

Generano nuove idee e concetti originali. Preferiscono attività astratte rispetto a quelle più strutturate e amano innovazione e pratiche non convenzionali.

Avanzatori/Avanzatrici

Comunicano le nuove idee e le portano avanti. Sono bravi nel mentoring e sanno generare entusiasmo. Hanno l’assertività e la tenacia per superare gli ostacoli e la capacità di ascolto per integrare le esigenze di tutti.

Raffinatori/raffinatrici

Mettono alla prova le idee. Cercano i problemi nel progetto e per trovare le soluzioni e affinare con obiettività e analisi. Sono ottimi “avvocati del diavolo”, figura in alcune aziende istituzionalizzata per evitare i rischi legati al group thinking, in cui si tende a adeguarsi alla maggioranza perdendo il giusto senso critico.

Esecutori-Implementatori/Esecutrici- Implementatrici

Si assicurano che vengano portati avanti gli obiettivi. Sono fondamentali per portare in porto i progetti. Sanno cosa serve e come farlo e grazie al loro lavoro e al grande senso di squadra tutta l’impalcatura regge. Sanno coordinare il proprio compito con quello degli altri per rendere il progetto sulla carta una realtà concreta.

Flessori/Flettitrici

Sono una combinazione dei quattro tipi. Sanno osservare un problema da una varietà di punti di vista.

La capacità di comprendersi e accettarsi nelle rispettive diversità, valorizzandole e esercitandole, fa parte delle Soft Skills a cui Esaote pone particolare attenzione.

Per questo nella sua Academy egeneration Esaote ha dato grande spazio alla formazione in comunicazione e gestione dei gruppi. La tecnologia di ogni nostro prodotto è solo la sintesi dei tanti stili di pensiero e di azione che abitano l’azienda. Per questo selezioniamo con grande cura.

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