La cura del dettaglio in una visione di futuro. Il ruolo del CTO Software
È necessario far emergere le frizioni. Per costruire un sistema complesso che integri in modo armonioso tecnologie, dati e persone, garantendo sicurezza e innovazione in conformità con i rigorosi standard del settore medico, è indispensabile affrontare le contraddizioni e anticipare i potenziali nodi che potrebbero rallentare o rendere meno efficiente il processo diagnostico.
Un ruolo trasversale per garantire innovazione e sicurezza
Da circa un anno, Esaote ha introdotto un nuovo ruolo trasversale alle diverse funzioni, con l’obiettivo di garantire l’affidabilità e la qualità delle sue piattaforme. Si tratta di una figura incaricata di fare da connettore tra esperti di settore, istituzioni sanitarie, partner tecnologici e funzioni interne, sostenendo l'azienda nel suo sviluppo.
Benedetto Carollo è approdato in Esaote come CTO (Chief Technology Officer) Software, dopo un’esperienza internazionale in diversi settori di mercato, che gli ha offerto ampiezza di scenario e soluzioni, pur mantenendo una competenza verticale su alcuni aspetti strategici di aziende ad alta ricerca tecnologica. “Il mio compito principale è guidare e supervisionare lo sviluppo e l'implementazione delle soluzioni software all'interno dell'organizzazione. Ho due principali responsabilità: supervisionare lo sviluppo dell'architettura che distingue il brand e selezionare gli strumenti tecnologici più adatti per implementarla, rispettando i confini di costi e strategie definiti dall’azienda. Per entrambe le attività, è fondamentale cogliere le esigenze sia del mercato che interne, e questa è forse la parte più stimolante del lavoro, perché mi costringe a riflettere su aspetti relazionali - spiega Carollo - Per costruire e mantenere relazioni, la questione principale è come ispirare fiducia in contesti diversi".
Come la comunicazione umana entra nei dispositivi
“Ottenere credito in contesti B2B è più semplice, grazie al ruolo e alla credibilità che Esaote ha costruito come brand nel corso degli anni. La comunicazione con le persone, tanto complessa quanto fondamentale per il mio lavoro, richiede invece più esperienza diretta e personale e ti porta a sperimentare a livello culturale, mettendo in discussione ciò che davi per scontato perché eri abituato a vederlo funzionare in altri ambienti o situazioni. A volte, è sufficiente dimostrare che si mantiene la parola data. Tuttavia, può succedere che, pur cercando di ascoltare tutti, sia necessario arrivare a una decisione che momentaneamente esclude alcuni dei punti di vista espressi; questo non significa che siano dimenticati, anzi, diventano un prezioso bagaglio che influenzerà decisioni successive. Una volta che un’idea o un’opinione sono entrate nel processo, rimangono al lavoro al suo interno”.
Un altro tema che richiede una figura di sintesi delle decisioni è quello dell’armonizzazione delle diverse normative. “Nelle tecnologie medicali, la conformità con le normative e gli standard è fondamentale. Occorre garantire la flessibilità del software per recepire le normative sanitarie a due livelli: internazionale e locale. È essenziale che il software sia continuamente istruito e aggiornato per la compliance, cioè per il rispetto delle norme e degli standard di sicurezza, e questo deve riguardare le fasi di progettazione, gestione e sviluppo”.
L’Intelligenza Artificiale e i modelli neurali
Uno dei temi che più sta facendo emergere frizioni, e che richiede ancora di trovare la chiave giusta per far convergere al meglio le esigenze all’interno del processo diagnostico, è quello relativo all’Intelligenza Artificiale. “Io ho sempre preferito parlare di modelli neurali. L’imitazione del cervello umano ha portato vantaggi legati alla resistenza nel tempo della precisione: pensiamo a un medico in situazione di continua emergenza che, proprio perché sta usando le doti umane che un software non ha (coscienza e capacità di interpretare), arriva a fine giornata molto stanco, con un rischio più alto di perdere concentrazione nel posizionare, ad esempio, la sonda. La versione artificiale del cervello umano può aiutare a creare un alert, come fosse un assistente sempre lucido”. In quest’ottica l’abilità di capire cosa è meglio in una determinata situazione, riconoscendo la differenza tra ciò che è giusto o sbagliato, utile o dannoso, vero o falso, rimane al medico, che ha però in più uno strumento spesso ancora tutto da esplorare nelle sue opportunità “Quello che stiamo capendo è che solo l’inventiva e la fantasia delle persone possono rendere esponenziali i risultati di un modello progettato per elaborare grandi dati e resistere alla stanchezza. È un’alleanza creativa che sta al singolo team sanitario”. Quello che viene integrato nella macchina è quindi un tipo di professionalità che si inserisce molto bene in un gruppo di lavoro, ne facilita l’impegno, ma non è indipendente e autonomo nel processo di cura e prevenzione.
Uno sguardo d’insieme tra le contraddizioni
Un’altra flessibilità di cui deve essere dotato il software è quella di rispettare il senso di identità del paziente e, allo stesso tempo, le evoluzioni scientifiche nella comprensione degli aspetti biologici, dalla medicina di genere alle scoperte sul DNA. Tutti questi aspetti devono dialogare con le questioni culturali legate all’identità. Quindi, ancora una volta, è fondamentale far emergere le contraddizioni e le frizioni, affinché siano risolte a monte e non debbano essere gestite dal medico.
Non si può eliminare l’errore umano, e guardando la storia della scienza, eliminarlo coinciderebbe con l’eliminazione di un potenziale di sviluppo. “Tutti sbagliamo, io per primo. La cosa importante è aver creato engagement sugli obiettivi, che non sono individuali ma collettivi, e poter contare su una rete di persone attente ad accorgersi quando qualcosa non funziona o si discosta dalla direzione stabilita. Una direzione che può essere corretta, e qui è fondamentale il coraggio delle persone a esprimere i propri dubbi o a fare proposte alternative. Posso dire che in Esaote questa capacità critica è molto presente e coltivata, ed è preziosamente espressa dal più giovane sviluppatore al manager più esperto”.
L'Intelligenza Artificiale integrata nei dispositivi biomedicali mira a supportare il team sanitario con un 'osservatore' costante e instancabile, capace di alleviare parte del carico cognitivo dei medici in un contesto in cui l'invecchiamento della popolazione, e quindi la fragilità sanitaria, sono in rapido aumento. Tuttavia, il grande potenziale creativo e la capacità di problem solving di queste estensioni digitali che abiteranno il nostro futuro rimangono affidati all'intuizione e al giudizio umano.